Nei testimoni più antichi, il papiro P46 (ca 200) e i codici unciali B (IV secolo), S (secoli IV-V) e A (secolo V), essa è collocata subito dopo la Lettera ai Romani. Eusebio di Cesarea, pur annoverando Ebrei fra le 14 lettere paoline, la cui canonicità era generalmente indiscussa, accenna a resistenze della chiesa di Roma, dovute alla inverosimiglianza dell'attribuzione paolina[4]. Tra le possibili località proposte ci sono Gerusalemme (la lettera sarebbe stata scritta da Cesarea nel 57-59 durante la prigionia di Paolo in quella città oppure da Roma nel 66 o dopo il 70), la Samaria, Cesarea, Antiochia di Siria, Colossi, Efeso, Cipro, Alessandria d'Egitto[16]. Lo scritto, nonostante il nome con cui è noto, non è in realtà una lettera: il suo genere è piuttosto quello del discorso di esortazione. Clemente d'Alessandria pensò come autore all'evangelista Luca, imitato da Origene, che propose anche il nome di Clemente di Roma,[8] mentre Tertulliano[9] l'attribuisce a Barnaba ed Eusebio di Cesarea ad un certo Gaio;[10] Martin Lutero[11] propose Apollo, giudeo di Alessandria d'Egitto di cui si parla negli Atti degli Apostoli,[12] mentre Adolf von Harnack suggerì Priscilla. endstream endobj startxref Di fatto, però, Ebrei restò nel canone della Bibbia protestante e Lutero stesso ne esaltò la cristologia. Tutto il capitolo 11 della lettera agli Ebrei parla della fede e traccia anche la sintesi attraverso tutta una galleria di personaggi di un cammino che interseca la storia biblica. Lettera agli Ebrei 11,1-40 11 1 La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. Questi ultimi sono invece i membri di una comunità precisa (13,23), che conosce Timoteo. WhatsApp. Email . Il titolo con il quale conosciamo la lettera è infatti successivo alla composizione del testo[Nota 4]: l'autore cita gli ebrei in modo indiretto ("stirpe di Abramo", "tribù di Giuda"), senza però implicare che siano i destinatari. Introduzione . La Lettera agli Ebrei è un'opera inclusa nel Nuovo Testamento, in cui il profilo e la missione di Gesù sono delineati tramite il confronto con la figura del sommo sacerdote nell'Antico Testamento. Sommo sacerdote, misericordioso e degno di fede (Eb 3-5) La seconda parte della lettera agli Ebrei presenta gli aspetti fondamentali del sacerdozio di Cristo. Il cap. Eb 11,11.12). Anche nella lettera agli Ebrei, ritroviamo questa concezione orizzontale (vedere 1.1 e 1.4.) Introduzione alla Lettera agli Ebrei La Lettera di Paolo agli Ebrei – come diceva il mio professore di Roma, ora cardinale, A. Vanhoye – non è una lettera, non è di Paolo e non è agli Ebrei! Dopo che l’autore ha presentato Gesù in confronto a Mosè arriva a questa esortazione ai suoi fedeli. Esso però è stato accolto nel canone soltanto tra il III e il IV secolo, quando tra i cristiani si era diffusa la convinzione che a scriverlo era stato Paolo. Cristo la categoria dell’amore, che nella lettera agli Ebrei viene rappresen-tato con l’immagine stupenda del sangue versato che tanto ha affascinato schiere di mistici lungo la storia. La religione è una sola, anche se occorre distinguere fra un giudaismo cristiano e un giudaismo non cristiano, un cristianesimo che ha realizzato in pieno il giudaismo (giudeocristianesimo) e un giudaismo che non ha ancora preso contatto con il cristianesimo. Il titolo "agli Ebrei" non appartiene originariamente a questo scritto ed è stato aggiunto per motivi ignoti, cfr. Molti suoi versetti furono utilizzati nelle controversie cristologiche fra le due grandi scuole antiochena e alessandrina a riprova dell'autorevolezza di cui la lettera godeva. %%EOF Rinaldo Diprose - 1 Luglio 2009. colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. LETTERA AGLI EBREI (XXII) Esempi di fede. Oggi gli studiosi, pressoché concordemente, ritengono che questa lettera non sia stata scritta da Paolo e gli esegeti della Bibbia Edizioni Paoline[5] osservano, ad esempio, che tale lettera "riflette sì il pensiero di Paolo, ma secondo l'opinione unanime degli studiosi non sarebbe stata scritta direttamente da lui", mentre lo storico e biblista Bart Ehrman[6] sottolinea che "nel testo in realtà non si dice che l'autore sia Paolo: come i vangeli inclusi nel Nuovo Testamento, è anonimo. La lettera, in particolare, è il solo scritto del Nuovo Testamento che si avvale in modo dettagliato della liturgia giudaica della riconciliazione (Yom Kippur) per presentare il sacerdozio di Cristo[1]. Lettera agli Ebrei (2) Le esortazioni nella Lettera agli Ebrei Meditazioni bibliche di don Claudio Doglio Crescere nella fede (Eb 4,12 – 6,20) Affrettiamoci dunque a entrare in quel riposo perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza. Il suo genere letterario è molto discusso. Tra tutti i nomi menzionati nella Lettera agli Ebrei, solo uno appartiene ad un membro della chiesa del Nuovo testamento. di GIANNI MONTEFAMEGLIO . Perseveranti nella fede. Probabilmente l'autore si rivolge a una comunità di Ebrei ellenistici cristiani; dato che la lettera era nota a Clemente di Roma pochi anni dopo la sua composizione, è possibile che tale comunità fosse a Roma, come suggerito dall'augurio «vi salutano quelli d'Italia» in Ebrei 13,24.[3]. I destinatari della lettera sono stati tradizionalmente identificati con un gruppo di giudeo-cristiani: in realtà, oggi si ritiene che la lettera sia indirizzata piuttosto a cristiani pervenuti già da tempo alla fede, forse dei gentili[14], dei quali si vuole rinsaldare la vocazione[13]. Con la Lettera agli Ebrei si conclude il cammino del credente attraverso la storia alla ricerca del fondamento e della professione della fede. Il riposo di cui l'autore della Lettera agli Ebrei parla credo che possa essere identificato con la serenità della nostra vita. L'autore è una persona con una vasta cultura giudaico-ellenistica, che dimostra una profonda conoscenza dell'Antico Testamento, di cui si avvale prevalentemente nella versione dei Settanta[1]. La Lettera agli ebrei è comunemente stata attribuita all’apostolo Paolo. Eb. 2 Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza. La sua struttura ha come impostazione generale l‟alternanza tra dottrina ed esortazione. Girolami, La Lettera agli Ebrei: una teologia della Parola senza «parole» di Gesù 183 La tradizione, rappresentata da Ebrei, dimostra che si può profes- sare la fede in Cristo senza avvalersi delle sue parole o, meglio detto, senza considerare i logia Iesu come le uniche fonti della rivelazione cri- stiana.
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